Si divide essenzialmente in due parti: la diagnosi e la riabilitazione vera e propria.
Il paziente ipovedente normalmente è già a conoscenza del suo problema, sia perchè si accorge delle sue difficoltà visive, sia perchè l’oculista che lo ha seguito fino a questo momento gli ha già detto il motivo di queste sue difficoltà.
Pochi di tali pazienti sono però informati sul fatto che esiste ancora una capacità visiva residua che, usata correttamente, può dare dei risultati interessanti.
La diagnosi ci permette di capire la malattia che ha danneggiato la nostra vista, quello che ci ha lasciato, se non corriamo altri rischi, che risultati si possono raggiungere e come ottenerli.
Fondamentale a questo fine è il campo visivo, che può essere eseguito sia manualmente, che con tecniche computerizzate e microperimetriche.. Meglio l’utilizzo di più tecniche per arrivare a comprendere esattamente l’entità del danno responsabile dello stato di ipovisione.
Importante è la fluorangiografia retinica e la tomografia ottica a coerenza che vengono utilizzate essenzialmente nell’adulto dove le cause di ipovisione sono legate a problemi di retina: oltre a documentare la malattia responsabile ne evidenzia la prognosi e dunque permette di concretizzare il programma riabilitativo.
Utilissima la mappa visiva virtuale ottenuta con un software chiamato Virtual IPO@: si tratta di una tecnica diagnostica recentissima che permette di simulare le condizioni visive del paziente e di ricercare il modo migliore per potenziare il residuo visivo; il tempo dedicato alle prove dei sistemi per ipovedenti si riduce da alcune ore a pochi minuti, con grande vantaggio per il paziente. Inoltre ci dà delle indicazioni preziosissime sulle dinamiche della lettura, sulle modalità di esercizio da parte del paziente, sulle luci da utilizzare nel corso della lettura, consentendo di personalizzare la riabilitazione visiva vera e propria.
In alcuni casi può essere richiesta un’analisi elettrofisiologica della retina e del nervo ottico per perfezionare la nostra diagnosi.
La riabilitazione vera e propria si articola in una serie di visite in cui potenziamo il vostro residuo visivo e insegniamo a utilizzarlo per affrontare le vostre esigenze più sentite: la lettura, la scrittura, il lavoro a distanza ravvicinata, la visione della TV, ecc.
Vengono utilizzati a tal fine degli appositi sistemi ottici o elettronici: con il loro utilizzo cambia la normale distanza di lavoro, le proporzioni delle cose viste, il campo di lettura offerto, spesso non abbiamo più una visione binoculare.
Si utilizzano quindi degli opportuni esercizi, che le tecniche di simulazione virtuale hanno consentito di adeguare al singolo individuo.
In tali visite viene valutata la capacità di lettura, vengono insegnate le tecniche per utilizzare un testo comune come un quotidiano o un libro nonostante l’handicap visivo, viene insegnato quale sia il modo migliore per scrivere o per coordinare il movimento delle mani rispetto a quello che si vede.
Il paziente impara gradualmente a utilizzare ancora la sua potenziale capacità visiva. Qualunque sistema si renda necessario questo verrà prescritto solo se ritenuto veramente utile per il paziente.
Esiste la possibilità di utilizzare un protocollo di lavoro collaudato ed efficace in circa il 80% dei casi.