Tecnica
Il laser ad eccimeri è uno strumento di modernissima concezione che permette di asportare microscopiche frazioni di tessuto corneale, in superficie (PRK) o nello strato intermedio (I-LASIK), mediante l’emissione di un raggio laser facente parte della gamma dei raggi ultravioletti.
Il tessuto viene asportato con una precisione straordinaria, impossibile alla mano umana, pari a frazioni di micron (millesimo di millimetro) per ogni colpo emesso, e con una riproducibilità non raggiungibile da nessun altro mezzo.
Questa caratteristica viene sfruttata in particolare per “rimodellare” la curvatura corneale centrale; così facendo è possibile eliminare o ridurre i difetti di refrazione quali la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo (ma questi ultimi due con minori possibilità di successo).
Il giorno del trattamento: è preferibile, anche se non indispensabile, presentarsi con un accompagnatore. Per le donne è importante essere ben struccate e non profumate (i vapori di alcool possono interferire con il raggio laser).
È inoltre importante riportare tutti gli esami preliminari eseguiti, la cartella clinica ed il presente promemoria.
Come si svolge l’intervento?
L’intervento di PRK si svolge nel seguente modo:
a) instillazione di alcune gocce di collirio anestetico
b) posizionamento del paziente su un lettino mobile al di sotto
dell’apparecchio laser
c) applicazione di un piccolo divaricatore palpebrale
d) asportazione di una parte della sottile membrana superficiale
della cornea (epitelio) mediante uno strumento smusso
e) “memorizzazione” del centro ottico dell’occhio da parte
dell’eye-tracker (ove presente), facendo fissare al paziente una
piccola mira luminosa di colore rosso
f) trattamento laser vero e proprio
g) medicazione con colliri ed applicazione di una lente a contatto
terapeutica; talvolta viene applicata una conchiglia protettiva o
una benda.
L’intervento è ambulatoriale ed ha una durata di circa 3 minuti per quanto riguarda la disepitelizzazione e di circa 1 minuto per quanto riguarda il trattamento laser.
L’intervento è indolore; talvolta il paziente riferisce un leggero fastidio, dovuto al divaricatore palpebrale.
In casi ritenuti idonei dal medico specialista, può trovare indicazione una variante della tecnica sopradescritta, che prende il nome di I-LASIK.
Il trattamento con il laser a eccimeri in questo caso non avviene sulla superficie della cornea, ma all’interno di essa. Perché ciò sia possibile è necessario praticare, prima del trattamento con il laser a eccimeri, la preparazione di una superficie intrastomale a cui provvede un altro tipo di laser, il laser a femtosecondi che ha superato il mezzo meccanico detto microcheratomo.
Possiamo paragonare questo intervento chirurgico alla apertura di un libro (azione di creazione della lamella corneale, o flap, dopo lavorazione intrastromale della cornea da parte del laser a femtosecondi), alla estrazione di alcuni fogli sottostanti alla copertina (azione del laser), e alla chiusura del libro (riposizionamento della lamella). L’apposizione del flap creato con tale tecnica è di una precisione impressionante.
Se per qualunque motivo, dopo la lavorazione intrastromale della cornea da parte del laser a femtosecondi non viene praticato alcun trattamento per l’eliminazione del difetto refrattivo da parte del laser ad eccimeri, tutto ritorna come prima nel giro di qualche giorno.
Non vi sono sostanziali differenze né di tipo di anestesia (sempre tramite un collirio) né di durata della I-LASIK rispetto alla PRK.
Durante alcune fasi dell’intervento è possibile che la visione, da parte del paziente, risulti temporaneamente offuscata: questo è un aspetto del tutto normale e non deve preoccupare. La cooperazione del paziente, che deve assecondare le indicazioni impartite dal chirurgo sia prima che durante l’intervento, è indispensabile al raggiungimento del risultato ottimale.
Tuttavia la presenza del puntamento automatico del laser perdona i piccoli movimenti del bulbo oculare.
Al termine della procedura viene prescritta una terapia a base di colliri e compresse, che deve essere seguita in maniera rigorosa.
Decorso post-operatorio
Fin dal giorno dell’intervento il paziente deve praticare le medicazioni con i colliri prescritti.
Durante le prime 24-48 ore dopo l’intervento di PRK può insorgere dolore oculare, diintensità variabile; normalmente la terapia prescritta riesce a controllare tale dolore mantenendolo a livelli accettabili. La lente corneale terapeutica può essere rimossa dall’occhio operato mediamente dopo 72 ore.
Il decorso post-operatorio nella I-LASIK è generalmente privo di dolore; il paziente talvolta avverte una sensazione di corpo estraneo e di bruciore. L’occhio non viene mai bendato, ma il paziente deve assolutamente astenersi da qualsiasi manipolazione delle palpebre per almeno un mese.
Il paziente verrà sottoposto a controlli oculistici con una scadenza prefissata dal medico; questi controlli sono assolutamente necessari per controllare l’andamento dell’intervento e sono obbligatori.
La negligenza nel seguire la terapia post-operatoria e le scadenze dei controlli specialistici può influenzare il risultato refrattivo finale ed essere causa di complicanze. E’ pertanto di importanza basilare seguire alla lettera le prescrizioni del chirurgo che mirano appunto a guidare i processi di guarigione per ottenere il risultato più soddisfacente.
È consentito leggere, scrivere e guardare la televisione.
Sono invece da evitare, per circa un mese, le attività sportive che prevedono contatto fisico, l’uso di motocicli, cosmesi, sauna e piscina. Per i primi 7-10 giorni si dovrà dormire con la coppetta protettiva che sarà eventualmente fornita al momento dell’intervento.
Si consiglia una volta esauriti i controlli post-operatori, di eseguire una visita annualmente, e di avvertire il proprio oculista (se diverso da quello che esegue l’intervento) di essere stati sottoposti a trattamento con laser ad eccimeri, poiché particolare attenzione dovrà essere posta nella rilevazione del tono oculare.
Recupero visivo
Il recupero visivo è progressivo; nelle prime settimane dopo l’intervento si può manifestare una ipermetropia transitoria di durata variabile (uno o due mesi) che in particolare comporta una certa difficoltà nella messa a fuoco per vicino e quindi nella lettura; inoltre la differente refrazione tra i due occhi, che si produce dopo l’intervento al primo occhio, può provocare disagi visivi con senso di sbandamento, evitabile operando gli occhi nel corso della medesima seduta.
Durante questo periodo non vi sono particolari limitazioni della propria attività lavorativa e della vita di relazione, salvo quelle dovute al buon senso, essendo la visione, come detto sopra, imperfetta.
Il recupero visivo completo, ovvero il raggiungimento dell’obiettivo prefissato, si ottiene dopo un certo periodo di tempo (da due a sei mesi, variabile a seconda dell’entità del difetto corretto).
Risultati refrattivi
Il trattamento chirurgico con il laser a eccimeri di ultima generazione è il metodo più preciso oggi disponibile per correggere la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo.
Il difetto visivo viene corretto dallo strumento con una precisione pressoché assoluta; tuttavia fattori estranei alla mano del chirurgo e alla precisione del laser possono influenzare la guarigione e quindi il risultato, per cui non è possibile fare una previsione assoluta circa la correzione ottica raggiungibile. Modesti scostamenti dal risultato previsto sono pertanto possibili e non possono essere considerati come insuccessi.
E’ possibile che il risultato iniziale possa regredire col tempo; in alcuni, ma non in tutti i casi, può essere necessaria una correzione complementare con occhiali o lenti a contatto, o mediante un ritrattamento, per tentare di ridurre eventuali residui refrattivi e/o cicatriziali.
Statisticamente nella miopia si ottiene una correzione precisa nel 90% circa dei casi; si può però ragionevolmente affermare che lo scopo di togliere la “dipendenza assoluta” dalla correzione ottica viene sempre ottenuto.
Attualmente i risultati nell’ipermetropia e nell’astigmatismo sono meno precisi e dipendenti dal tipo di strumentazione impiegata.
Complicanze
Qualsiasi procedura chirurgica prevede la possibilità di complicanze: interventi a “rischio zero” non esistono e mai probabilmente esisteranno.
Non è possibile quindi per il suo oculista garantire in modo formale il successo dell’intervento.
Il trattamento con il laser a eccimeri, oltre alle complicanze generiche di ogni intervento (infezioni, malfunzionamento della strumentazione) prevede la rara possibilità delle seguenti complicanze specifiche:
a) opacità transitorie della cornea nell’ambito del processo di cicatrizzazione; tali opacità determinano iniziali lievi riduzioni dell’efficienza visiva, ma generalmente regrediscono in un arco di tempo intorno ai sei mesi.
b) irregolarità della superficie corneale, che possono determinare una temporanea lieve diminuzione dell’acuità visiva e tendono a regredire con il tempo
c) irregolarità della cicatrizzazione corneale, tali da determinare una superficie corneale distorta cosicché può risultarne una visione distorta, o la formazione di immagini fantasma, o una riduzione permanente dell’acuità visiva massima
d) nel primo periodo post-operatorio talvolta si manifesta la sensazione di aloni intorno alle fonti luminose e di abbagliamento, specie notturno; tale disturbo è ben tollerato e generalmente regredisce in maniera più o meno completa nell’arco di alcuni mesi e dopo che il trattamento sia stato eseguito in entrambi gli occhi
e) altre rare complicazioni riportate includono: formazione di ulcere corneali, cheratite interstiziale diffusa non specifica, colliquazione corneale, perdita di cellule endoteliali corneali, progressivo assottigliamento corneale; formazione o aumento dei corpi mobili; emorragie retiniche e distacco di retina
f) nella chirurgia refrattiva, come per qualsiasi chirurgia oculare, le complicanze possono prendere un carattere di gravità (per es. in caso di infezioni refrattarie alle terapie antibiotiche e/o steroidee) portando alla perdita della vista o anche perdita dell’occhio stesso. Questa eventualità è talmente eccezionale che è impossibile valutarne la sua frequenza
g) poiché il trattamento con il laser a eccimeri è di applicazione relativamente recente, è possibile che si manifestino altre complicanze non ancora riportate. I risultati degli studi a lungo termine possono rivelare rischi addizionali. E’ consigliabile quindi eseguire controlli di routine per controllare le condizioni oculari
La tecnica I-LASIK ha annullato le complicanze che si potevano avere praticando il taglio corneale con microcheratotomo come il danneggiamento del flap.
Per ulteriori approfondimenti è necessario una valutazione oftalmologica da parte del suo oculista di fiducia.